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La Pasqua è una delle feste religiose più radicate nella nostra tradizione, eppure in molti non si sono mai chiesti perché si festeggi esattamente in questo modo. Tutti, o quasi, sanno che la Pasqua festeggia la resurrezione di Cristo dopo la crocifissione; ma cosa c’entrano con questo le uova di Pasqua? E il coniglietto pasquale?
In realtà Pasqua è una festa antecedente al cristianesimo, e la cosa è particolarmente evidente se si riflette un attimo sulle usanze pasquali: in questo periodo cadeva l’antica “festa della fertilità”, di cui uova e conigli sono evidenti simboli.
Con l’avvento del cristianesimo, la festa della fertilità è andata a coincidere con la Pasqua, ma gli antichi simboli sono rimasti, anche se è stato, almeno in parte, attribuito loro un “significato cristiano”, come l’uovo giustificato come simbolo di rinascita di Cristo.
Le usanze però sono molto più antiche: la tradizione del dono di uova è documentata infatti già fra gli antichi Persiani.
In ebraico la parola Pasqua è “pesah”, che viene da pasah, e significa “passare oltre”. La Pasqua doveva essere celebrata ogni anno il 14 del primo mese (Abib o Nisan) sull’imbrunire, per ricordare la liberazione dall’Egitto. Mosè disse al popolo d’Israele: “Ricordatevi di questo giorno, nel quale siete usciti dall’Egitto, dalla casa di schiavitù; poiché l’Eterno vi ha fatto uscire da questo luogo con mano potente; non si mangerà pane lievitato” ( Esodo 13:3).
Oggigiorno
festeggiare la Pasqua per noi cristiani significa ricordare quello che Gesù Cristo (l’Agnello Perfetto, senza macchia e difetto) ha fatto per l’umanità: cioè offrire se stesso come sacrificio vivente per portare il peso dei nostri peccati, affinché noi potessimo essere perdonati e ricevere il dono della vita eterna. In 1Corinzi 5:7-8 leggiamo: “la nostra Pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi. Celebriamo perciò la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malvagità e di malizia, ma con azzimi di sincerità e di verità”.
Accostiamoci a questa ricorrenza in maniera nuova, non spinti dalla tradizione e dalla religiosità, ma con uno spirito nuovo, quello di rinnovare nel nostro cuore e nella nostra mente la vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato poiché, attraverso di essa, possiamo avere una vita gloriosa e benedetta.

Laura Tiralongo – Lodi Milano