Seleziona una pagina

Beh, sicuramente è una domanda molto impegnativa e forse è la domanda per eccellenza. Una domanda a cui spesso voltiamo le spalle, tutti affaccendati a fare altro di più contingente e decisamente più superficiale. Corriamo in palestra, all’aperitivo con gli amici, a guardare la nostra serie tv preferita su Netflix e ci dimentichiamo di interrogarci su quella che è la domanda fondamentale della nostra intera esistenza: qual è il senso della mia vita?
Ecco perché per parlare di questo argomento non si può che chiamare in causa colui che ha passato la sua vita a farsi questa domanda: il matematico e religioso Blaise Pascal (1623-1662).
Ho deciso di presentarti proprio Pascal perché il suo pensiero filosofico mette in luce come la filosofia non sia un sapere isolato e fine a sé stesso, ma rappresenta un sapere organico, capace di essere una guida riflessiva sia per la scienza che per la religione e come la sua grande curiosità lo consacrerà a filosofo, matematico e pensatore di grande rilievo.
Pensa che Pascal aveva una vita segnata, segnata da un grande talento per la matematica e le scienze in generale che lo portarono a soli 16 anni a scrivere la sua prima opera: Saggio sulle sezioni coniche. Un vero e proprio enfant prodige che a 18 anni inventò una macchina calcolatrice.
Un grande uomo di scienza che, ad un certo punto della sua vita, si pone una domanda ben lontana dal mondo scientifico: qual è il senso della mia vita? E a cui non ha saputo trovare risposta in una formula matematica o in una invenzione.
Per Pascal è di fondamentale importanza che l’uomo si fermi e si interroghi sulla propria esistenza, tant’è che chiama “mostruosi” tutti coloro che non trovano il tempo per fermarsi a riflettere su queste questioni.
Secondo Pascal, l’uomo non si interroga sul senso della vita perché troppo intento a cercare quello che lui chiama il “divertissement”. Il divertissement che lui intende non è il divertimento frivolo e momentaneo ma un vero e proprio “oblio e stordimento di sé” in cui l’uomo si immerge tutte le volte che svolge le sue attività quotidiane senza pensare al valore della vita e al suo senso profondo.
L’uomo con il divertissement sta fuggendo rifugiandosi nelle attività quotidiane dalla propria infelicità costitutiva e dagli interrogativi sul senso della vita e sulla morte. Per la condizione storica che stiamo vivendo e per il senso di incertezza che ci attanaglia, credo che Pascal sia molto attuale.
Difatti, l’uomo proprio per non cadere nella noia, dunque nella sua strutturale miseria, si dedica alle attività quotidiane più disparate. L’uomo non sta realmente vivendo il presente, ma è costantemente proiettato verso l’attesa del futuro (e questo periodo storico in cui non sappiamo che cambiamenti porterà il covid agevola questo comportamento) e il divertissement essendo una continua fuga illusoria da noi stessi non genera felicità.
Pascal, dunque, invita gli uomini a non chiudere gli occhi di fronte alla propria condizione, ma ad accettarla lucidamente.
E tu, ti sei mai interrogato sul senso della tua vita? Se sì, in quale momento specifico della tua vita?
Conseguentemente, la vita è tutto qui? Ciò che sperimentiamo su questa terra? O… avremo l’opportunità di avere una nuova vita, dopo la morte?
La Bibbia ci parla di una vita terrena e di una vita eterna.
Pascal non è l’unico a porsi questa domanda… nella Bibbia leggiamo di, un giovane ricco che chiese a Gesù? Luca 18:18 “Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?”
La vita eterna è una realtà! L’apostolo Giovanni scrive nel suo vangelo Giov. 3:16: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.”
Dio ha ideato un piano affinchè tutti possano entrarvi!
E… Gesù ci offre la soluzione al fine di poterla raggiungere: Giovanni 6:47 In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha vita eterna.”
Allora la vita terrena ha un senso di essere vissuta in proiezione di quella vita futura che ci vedrà eternamente davanti alla presenza del Padre!

Dott.ssa Laura Pirotta Psicologa – Milano