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La causa della pandemia che stiamo vivendo è un virus, il cui nome è Sars-cov2, ma che tutti chiamano comunemente coronavirus.
Nel nome compare, poi, la sigla Sars , con il quale il coronavirus attuale condivide il 76% dei componenti. Purtroppo, quella di oggi, non è che l’ultima di una lunga serie di epidemie che si sono susseguite con frequenze spesso elevate durante tutta la storia. Le ricerche delle cause e delle difese, da mettere in atto, sono legate inevitabilmente alla visione del mondo.
Nel passato si attribuivano le epidemie a cattive congiunzioni astrali, altre volte all’azione di demoni che andavano opportunamente esorcizzati o all’ira divina scatenata dai peccati dell’umanità. Le epidemie sono dovute all’azione di virus e nella lotta contro questi, l’unica arma veramente efficace è quella di tipo preventivo: la vaccinazione. A scatenare l’attuale pandemia è un virus della stessa famiglia di quella che ogni anno provoca raffreddore e tosse, ma è molto più “cattiva”.
Sono le scene di una grande sciagura che si sta abbattendo sull’umanità intera e che continua a richiederci misure restrittive, individuali e sociali, fino a quando non sarà messa a punto una cura efficace.

A questo punto ci si potrebbe chiedere se i virus sono realtà positive o negative per l’umanità, cioè una benedizione o una maledizione. Infatti, se da una parte i virus hanno contribuito in maniera cospicua alla nostra evoluzione, dall’altra parte, è sotto gli occhi di tutti il dolore e la morte che sta seminando.
Davanti a tutta questa confusione e disordine sociale, sembra non esserci soluzione.
Sempre più persone sono alla deriva, sono alle prese con problemi economici e familiari e in molti si pongono la domanda del perché di tutto questo. Dov’è Dio in tutto ciò?

Anche al tempo del coronavirus, può avvenire quello che avvenne un giorno sulle strade della Galilea. “Dovunque Gesù giungeva portavanno gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno il lembo del suo mantello e quanti lo toccavano guarivano” Marco 6:56. Il tocco di Gesù guarisce perché è il tocco di Dio, che si è fatto uomo per trasferirci il dono della salvezza che viene da Lui.
Attraverso di lui possiamo vincere il male, trasformare il dolore in amore, la sofferenza in offerta, la malattia in guarigione, la fragilità in forza anche di fronte alflagello di questo virus devastante.
Attraverso Cristo possiamo affrontare questa prova apparentemente impossibile.
In Matteo 10: 38 leggiamo “chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non èdegno di me”.
Per questo motivo chi ama Gesù non può non sentirsi chiamato ad affrontare questa prova con la massima determinazione, per lenire il dolore di coloro che soffrono.

Nel mondo tanti medici, infermieri, operatori della sanità, lavoratori impegnati per il bene comune e nei servizi essenziali nel tempo della pandemia, si prodigano per soccorrere gli altri con i mezzi a propria disposizione; tanto più coloro che hanno conosciuto Cristo devono incentivare il “contagio” della Parola di Dio (Cristo onnipotente vuole istruirci divinamente) affinché il numero di coloro che ancora non lo conoscono possa diminuire e le anime salvate crescere.
Matteo 28:19-20 “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine ell’età presente”.
Il tocco della grazia divina, che perdona, sana e conforta sia manifestata quindi a tutto il mondo…
Anche in questo modo Dio ci parla in questa drammatica pandemia!

Vittorio Piacentini – Lodi  Milano